Giovedì 27 febbraio ore 17.00 il primo appuntamento del Seminario di Estetica dedicato a L’esperienza estetica del teatro.
Il testo drammatico in questione offre con il suo protagonista, Amleto, un emblema universale della coscienza moderna non più pacificata da certezze dogmatiche ma in perenne preda del “dubbio”. Il testo trasforma la “tragedia d’azione” classica nella tragedia moderna della “parola in azione”, tragedia che non permette la fruizione banalizzante, ma che è in grado di risvegliare la coscienza del pubblico contemporaneo.
Si partirà dal mettere in rilievo il senso mitico della storia del principe Amleto a partire dalla Gesta Danorum di Saxo Grammaticus, fino alle interpretazioni marxiste, freudiane, esistenzialiste e postmoderne del dramma. Si ricorderà come ogni grande attore abbia prodotto il suo irripetibile Amleto. La tradizione critica ora lamenta la mancanza di azione nel dramma, ora ne denuncia l’eccesso di eventi, tale da rendere il dramma un labirinto inestricabile. Si proporrà, seguendo il teso, una lettura possibile dell’enigma di Amleto, sottolineando come i residui di senso lasciati da ogni possibile interpretazione, rendano il Principe Amleto nostro simile e fratello in grado di porci domande intorno a “chi siamo” e di cosa potremmo ancora fare per dare senso alle nostre esistenze nel contesto dato.
Tomaso Kemeny (Budapest, 1938) professore ordinario di Letteratura Inglese all’Università di Pavia, ha pubblicato libri, saggi, articoli sull’opera di Ch. Marlowe, W. Shakespeare, Coleridge, Shelley, Byron, Lewis Carroll, Dylan Thomas, Pound e James Joyce.
Ha pubblicato nove libri di poesia, tra cui Il libro dell’angelo (Guanda, Parma 2011), La Transilvania liberata (Effigie, Milano 2005) e Poemetto gastronomico e altri nutrimenti (Jaca Book, Milano 2011). Traduttore di Lord Byron, Jozsef Attila, Gèza Szocs e Ch. Marlowe ha ideato numerose azioni poetiche e ha scritto il testo drammatico La conquista della scena e del mondo (1996). Ha pubblicato un libro di poetica insieme al filosofo Fulvio Papi Dialogo sulla poesia (Ibis, Como 1996) e un romanzo, Il Don Giovanni innamorato (1997). È uno dei fondatori del Movimento Internazionale Mitomodernista e della Casa della Poesia di Milano.
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